Ieri dicevamo che siamo debitori alla Cina antica anche di tante cose legate al mondo dell’equitazione: più di quelle che immaginereste.
A dire la verità i cinesi non erano cavallo-dipendenti, come i Mongoli ad esempio.
Sono stati piuttosto costretti ad allevarli proprio da loro, nomadi e razziatori, che imponevano spesso e volentieri tributi in natura equina per lasciare un po’ tranquille le terre di confine.
Ma un popolo così intelligente non poteva non dotarsi di uno strumento tanto efficace: e nel terzo secolo a.C. anche i cinesi si applicarono alle arti equestri, ottenendo come sempre ottimi risultati.
Tanto per cominciare resero i carri trainati da cavalli qualcosa di molto più efficace: la braca dei finimenti da tiro per esempio l’hanno inventata loro, dotando così gli attacchi della forza frenante esercitata dai cavalli stessi una volta addestrati alla bisogna.
Sempre loro inventarono la collana da tiro per i cavalli, la braca e anche le carrozze a due ruote tirate da un singolo cavallo, attaccato tra le due stanghe laterali sono una invenzione cinese; idem per l’attacco in tandem, cioè con un cavallo di punta attaccato davanti al solito tra le stanghe.

Piccolo carro trainato da cavalli, Cina, rinvenuto a Taiping, città di Pengzhou, dinastia Han orientale, 25-220 d.C., da Wiki Commons
Allora come nei secoli successivi questo tipo di equipaggio era un modo per aumentare potenza e velocità (magari per brevi tratti, come una salita particolarmente faticosa) anche su strade strette che non permettevano di attaccare i due cavalli paralleli ad un timone centrale.
Oltre agli Attacchi, gli antichi abitanti della Cina si dilettavano anche nel Polo, cui disputano all’India la paternità: dipinti e statue in terracotta testimoniano di questa passione, condivisa anche dalle dame dell’alta società.

Giocatrici di Polo della dinastia Hang, 750 d.C. da Wiki Commons
A ben guardare quindi la Cina è davvero un paese di cavalli, ben oltre il segno zodiacale che caratterizza il 2026 che sta arrivando.
E il 2027 sarà quello della Capra, che sempre per via delle somiglianze di nascita già citate sarà favorevole anche ai Cavalli: amici di scuderia come sempre e fianco a fianco anche là, dietro la Grande Muraglia.
Cavalier senza speroni: ma con due quartieri grandi così
Una curiosità: studiando i dipinti cinesi dell’epoca Qing che raffigurano cavalieri si nota la mancanza di un accessorio indispensabile per l’equitazione europea, lo sperone.
Le selle cinesi infatti presentavano sempre un quartiere tanto largo e allungato verso il basso da contenere del tutto la gamba e il piede del cavaliere, che cosi sembra non potesse esercitare altro che un aiuto di gambe limitato alla pressione.
Senza poter toccare il costato del cavallo direttamente: evidentemente i maneggevolissimi piccoli cavalli di origine Mongola si guidavano molto con il peso e l’assetto, che infatti nei quadri più realistici è decisamente e sportivamente in avanti e leggero.
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Lo splendido ritratto dell’imperatore Qianlong in armatura cerimoniale a cavallo, dipinto da fra’ Giuseppe Castiglione nel 1758























